Quando i musei giocano

Convegno sul rapporto tra musei e gioco

Quando 2015/03/06 | Dove Bologna, Via della Fiera 3, Terza Torre

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Anita Todesco, Education, Internship & Special Programs Assistant alla Peggy Guggenheim Collection di Venezia, ci racconta di gioco nel museo e fuori dal museo. Di iniziative per piccoli, ma anche di come si possa pensare di far giocare i più grandi, in nome dell’audience development.

Samuela Caliari, responsabile dell’area programmi del MUSE – Museo delle Scienze di Trento ci racconta di gioco nel museo e fuori dal museo. Di iniziative per piccoli, ma anche di come si possa pensare di far giocare i più grandi, in nome dell’audience development.

Annalisa Casagranda dell’area educazione del Mart – Museo di Arte Contemporanea di Trento e Rovereto ci racconta di gioco nel museo e fuori dal museo. Di iniziative per piccoli, ma anche di come si possa pensare di far giocare i più grandi, in nome dell’audience development.

Se i musei sono il “luogo dell’unico”, cioè lo spazio in cui l’aura esercita ancora il suo potere solenne, il gioco ha diritto a entrarvi e a portarvi scompiglio? Il gioco può far parlare i musei con le parole di ogni giorno? Può rappresentare una via d’accesso, uno specchio, un codice d’interpretazione, una guida non convenzionale? Il convegno vuole riflettere sul rapporto tra musei e gioco per costruire una mappa delle possibili relazioni tra i due oggetti.

scarica il PDF di 15 Phantasiestücke, sopra giocattoli e musei:

Scarica gli interventi:

Obiettivi del convegno

1. Definire i modi attraverso cui il gioco (come pratica ludica, strumento conoscitivo, oggetto espressivo) possa arricchire l’offerta museale
2. Riflettere sulla costruzione di una narrazione ludica che esprima i contenuti e la differenza di una collezione cioè che ne trasformi in gioco il carattere e i tratti salienti
3. Ripensare le strategie di partecipazione ispirandosi alla “fun theory”: ovvero come ottenere comportamenti virtuosi (in questo caso incrementare le visite dei bambini ai musei, ma non solo dei bambini) attraverso soluzioni giocose
4. Considerare il gioco come oggetto/strumento per far vivere il museo “fuori le mura”
5. Cercare nuove forme di didattica della bellezza: il museo si può imparare giocando? Lo possiamo insegnare come un alfabeto di emozioni in modo che gli alunni di oggi diventino migliori fruitori domani?
6. Se il gioco e i giocattoli hanno ispirato le avanguardie che hanno messo in moto l’arte del novecento, sapranno ispirare, e come, il museo del XXI° secolo?

Saluti: Laura Carlini Fanfogna IBC Emilia-Romagna

Interventi:
Annemies Broekgaarden – Rijks Museum (Amsterdam)
Almut Grüner – Neuhausen ob Eck, openair museum (South of Germany)
Programme “Culture is Strength. Education Alliances”
Ute Marxreiter – Ethnological Museum and Museum of Asian Art | Humboldt Forum (Berlino)
Léontine Meijer-van Mensch – Museum of European Cultures (Berlino)
Margherita Sani – IBC and NEMO network
Francesco Zurlo – Politecnico di Milano

Il convegno è organizzato dal Centro Zaffiria
in collaborazione con IBC Regione Emilia-Romagna e NEMO, Network of European Museum Organisations
nell’ambito del progetto Italiantoy
Con la collaborazione di Calembour design e BAM!strategie culturali

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